martedì 1 aprile 2008

Spello,la Torre di Torino e la violenza dei soldi

La torre-grattacielo di Banca Intesa-San Paolo che si vuole costruire a Torino (con almeno altri 4 grattacieli già pronti) è il simbolo e lo specchio di quello che accade oggi nella società del Dio Denaro. E,va aggiunto,è simbolo del "nuovo" tanto nominato da Veltroni durante la prima campagna elettorale del PD. Campagna elettorale partita con la sceneggiata dello sfondo di Spello.
Questa torre bancaria andrà a stravolgere completamente e per sempre il profilo e l'orizzonte -detto anche "skyline"- della città che fino ad ora mostrava verso le Alpi una linea placida di tetti classici non molto discostati in altezza, con la Mole Antonelliana a spiccare su tutti.
Nel futuro,la situazione sarà quella della foto all'inizio.
La Torre di Torino è il simbolo della distruttività del denaro.
La distruttività del pensiero mercantile non è una cosa da intellettuali.
Il "canone" di una comunità -in senso non solo artistico - è il modo di "sentire"di un tessuto sociale nei confronti del suo ambiente di vita.
Cioè,è il risultato dei vari fattori dell'esistenza -estetici,spirituali,religiosi,politici,culturali,economici,ecc.- che forma il modo di pensare,essere ed interagire di una comunità nei confronti del proprio insediamento.
Se fino ad ora il canone a Torino si era manifestato nel suo aspetto urbanistico secondo i criteri della sobrietà,della continenza dimensionale nella misura,del primato del classico artistico-residenziale e monumentale ,adesso sul "canone" prevarranno i fattori economici che annulleranno gli altri.
E se si darà il via ai grattacieli delle banche milanesi-torinesi,la città non cambierà solo il volto ma anche l'anima.
Inevitabilmente,farsi sovrastare la bellezza della misura e della discrezione dai totem architettonici del Dio Denaro,porterebbe nel cuore e nel pensiero delle persone il "nuovo" canone che va imponendosi con arroganza e vuole spegnere tutti gli altri "canoni" non mercantili.
Questo vogliono i banchieri di Torino e Milano,e a questo lavorano con zelo i loro servi politici di Torino e i loro ambiziosi architetti "progressivi".
Lavorano ai palazzi ma mirano alla sottomissione delle anime e delle speranze.
Salvo poi inscenare recite penose su sfondi medievali.
Spello.La cultura del museo,dello zoo e della reliquia.
Tutte cose accomunate dall'imbalsamazione e dalla morte di una vita degna.
Folklore consolatorio ,epifania statica di ciò che fu.
Si tiene qualche località umbro-toscana maniacalmente integra ma si concede la devastazione a tutti gli altri luoghi d'Italia,come non avessero un diritto alla bellezza e alla vivibilità anche loro.
Ancora,la cultura dei parchi ,pochi ma integrali,quella contrapposta alla cultura di una natura diffusa ovunque e di città con più natura dentro.
La riserva indiana paradisiaca in piccoli angoli e l'abbruttimento in tutti gli altri luoghi.
Multe astronomiche a chi butta una carta di caramella in un parco naturale ma strade spianate a chi devasta città con grattacieli come a Torino,metropolitane inutili come a Firenze e a Parma,cantieri giganteschi degli amici costruttori e delle cooperative,via libera a chi rade al suolo il verde di un paese per costruire.
Ma ,mi raccomando,non a Spello o Assisi.
Così i milioni che vivono male nelle città del Dio Mercato potranno consolarsi con un giretto alle reliquie morte di ciò che fù.
E lì,sognare per un attimo di potersi riappropriare della bellezza rubata.
T.W.Adorno scriveva che non c'è vita vera nella falsa.
Aveva ragione,con cose come questa di Torino verrebbe voglia di radere al suolo le finzioni disumane di Spello e Assisi.
Link per chi volesse approfondire l'emergenza urbanistico-architettonica in Italia; http://eddyburg.it/
Link del movimento contro la torre di Torino da cui è tratta la foto iniziale; http://www.nongrattiamoilcielo.org/index.php

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